Qualsiasi Governo emergerà dal voto del prossimo 25 settembre non avrà un compito facile: esordisce così Giampiero Catone in un suo recente editoriale pubblicato su “La Discussione”, il quotidiano che dirige in prima persona. “I problemi impongono cautela a tutti gli schieramenti. Non c’è solo il tema del costo dell’energia e i miliardi di aiuti a imprese e famiglie per arginare bollette e inflazione. Sul tavolo tra rinvii, esitazioni e misure semplicistiche che puntano più sui bonus che sulla ripresa produttiva, ci sono due dossier complessi come lavoro, inteso come occupazione stabile e ben remunerata, e la previdenza con flessibilità di uscita e assegni più pesanti”.
Dalla riflessione del Direttore emerge fin da subito la centralità del dibattito sul lavoro e sulle pensioni, che deve necessariamente tornare sotto i riflettori il prima possibile. “Assistiamo impotenti a una crisi profonda nel sistema di domanda e offerta”, scrive Giampiero Catone, “una situazione che sta creando le premesse per una crisi strutturale dell’economia nazionale” e che quindi va arginata al più presto.
Si passa quindi all’occupazione: secondo i dati riportati nell’editoriale, siamo davanti a una crisi del valore del lavoro dovuta a remunerazioni insufficienti e Reddito di Cittadinanza. Le aziende infatti hanno difficoltà con le assunzioni, soprattutto quando si cercano giovani candidati che dispongano di una preparazione adeguata al ruolo richiesto. Una riflessione a parte va fatta per il mondo della sanità, dove il lavoro a chiamata si diffonde in modo preoccupante, lasciando scoperti gli ospedali: “Secondo il Simeu a lavorare in chiamata sono almeno in 15 mila per un totale di 18 milioni di prestazioni. Considerando che i dottori dipendenti sono 112 mila più di uno di 10 è in affitto”, scrive Giampiero Catone citando “La Stampa” e sottolineando che questa situazione comporta un rischio anche per i pazienti, in quanto si tratta spesso di medici giovani non specializzati.
“Il nuovo Governo con le Parti sociali dovrà trovare una via d’uscita e anche presto”, scrive il Direttore, in modo da “ridare al lavoro il suo valore sociale fondante per creare benessere, crescita personale sociale ed economica. Perché senza questo “fondamento” non ci sarà nemmeno la copertura finanziaria per mettere a punto una riforma previdenziale che sia soddisfacente dopo misure e rattoppi di Quote e Opzioni che oggi sono arrivate al capolinea”. La riflessione si conclude con una analisi delle diverse proposte di Fratelli d’Italia, Partito Democratico e Terzo Polo, tenendo conto che gli schieramenti vengono in secondo piano quando la necessità di agire con riforme concrete è così impellente.
Per visualizzare l’editoriale:
https://ladiscussione.com/192122/politica/pochi-giovani-assunti-in-modo-stabile-e-troppe-pensioni-da-pagare-i-programmi-di-meloni-letta-e-calenda/