Goldman Sachs: “lo smartworking è un’aberrazione”

In questo clima di pandemia, una delle paure di milioni di lavoratori di tutto il mondo è perdere la propria occupazione a causa di continue chiusure di locali di ogni tipo e anche a causa dell’isolamento. Tuttavia, la tecnologia è risultata una buona soluzione per salvare un numero altissimo di lavoratori.

Una certa insofferenza verso il lavoro da remoto ci arriva da Goldman Sachs, società leader che opera a livello mondiale nell’investment banking, nel trading di titoli e nella gestione di investimenti. Il CEO di Goldman Sachs, David Solomon, ha infatti definito il lavoro da casa come qualcosa che non può divenire una nuova normalità. Per lui sarebbe necessario, entro l’estate, un ritorno al lavoro in ufficio, imprescindibile per poter ottenere validi risultati. Non è una novità che, mentre molti dipendenti sono felici di non sorbirsi il traffico o di non fare i pendolari per un po’ di tempo, alcuni datori di lavoro continuino a percepire lo smartworking come un mero riflesso del vero lavoro. Nel 2020, Goldman Sachs ha raggiunto una percentuale di presenza media dei dipendenti degli uffici a New York e Londra intorno al 25%, ma a causa dei nuovi picchi del virus tale presenta si è abbassata intorno al 10%.

Solomon ha dichiarato che “Sempre più attività sono svolte in digitale, ma io sono un convinto sostenitore dell’importanza delle connessioni in un lavoro come il nostro. […] Non penso che, una volta usciti dalla pandemia, il modo in cui operiamo sarà differente rispetto al passato”. È evidente la determinazione a interrompere appena possibile questo modo così rivoluzionario di lavorare e produrre, abbandonando il tirocinio virtuale dei futuri analisti, per poter imparare direttamente dalla scrivania dell’ufficio. In particolare, la preoccupazione di Solomon è rivolta a una “classe” in arrivo di circa 3.000 nuove reclute, private del “tutoraggio diretto” di cui avrebbero bisogno. “Sono molto concentrato sul fatto che non voglio che un’altra classe di giovani arrivi a Goldman Sachs in estate da remoto”, ha detto. Anche se la pandemia ha avuto il merito di spingere verso l’adozione di tecnologie digitali e modi per far funzionare la banca d’investimento in modo più efficiente, queste nuove metodologie non possono essere utilizzate a lungo termine.

Ma Solomon non è l’unico a pensarla così nel mondo finanziario. Anche Jamie Dimon, CEO di Jp Morgan, considera che “non si impara molto stando seduti a casa”. Soprattutto per i nuovi arrivati, l’attività bancaria può essere appresa soltanto lavorando sul campo, affiancati dai senior. Anche Jes Staley, capo della banca irlandese Barclays, spera che il vaccino possa finalmente permettere ai dipendenti di tornare in ufficio.

Non tutti, comunque, sono dell’opinione secondo cui lo smartworking implichi una produttività inferiore. Pare infatti che i dipendenti di Microsoft, Facebook e Twitter avranno la possibilità di scegliere se lavorare in ufficio o da casa in modo permanente. Ma questo potrebbe anche avere qualche conseguenza negativa: Facebook ha dichiarato che i lavoratori a distanza potrebbero ricevere un compenso inferiore, se vivono in aree dove il costo della vita è inferiore rispetto a San Francisco e alla Silicon Valley.

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