Per Alessandro Benetton, che ne ha intravisto le opportunità fin da quando ha iniziato a utilizzarli, i social rappresentano un’importante occasione di confronto anche intergenerazionale: poter raccontare il proprio punto di vista sul mondo ai giovani infatti porta di riflesso un arricchimento personale nel dialogo che ne nasce. È quanto hanno suscitato anche i recenti post su Instagram e LinkedIn in cui condivide le riflessioni sulla sua esperienza giovanile a Londra.
“Stavo riguardando delle vecchie foto e queste immagini hanno colpito la mia attenzione. Sono io, da adolescente, proprio nella capitale britannica”, spiega Alessandro Benetton ricordando quando a 16 anni, nell’estate dopo il quarto liceo, partì per Londra. “Andai a lavorare per il negozio Benetton di Brompton Road per fare una prima esperienza lavorativa e godermi un po’ la città”: la convivenza “nel classico appartamento da studenti con altri ragazzi stranieri” e le chiacchierate tra coinquilini, le mansioni all’interno dello store che “andavano dal pulire le vetrine all’ordinare il magazzino” fino al tempo passato tra le vie di Londra.
“Di quell’esperienza potrei raccontare un milione di cose. Qui decollò la mia passione per la lingua inglese”, scrive oggi Alessandro Benetton. La cosa più bella di quei giorni però rimane una: “La finestra del magazzino dello store dove, osservando la vita della città dall’alto, ho iniziato ad apprezzare la bellezza di guardare le cose da una prospettiva diversa”. Londra lo avrebbe poi accolto anni dopo nelle vesti di M&A Analyst: “Avrei lavorato per Goldman Sachs, una delle principali banche d’investimento al mondo, e mi sarei specializzato in fusioni e acquisizioni di aziende. A differenza del negozio in cui lavoravo dietro le quinte, in Goldman Sachs avevo un contatto diretto con i clienti. Di simile però c’erano i ritmi, intensi. Chiunque abbia lavorato anche solo un paio di anni nell’investment banking sa bene quali siano i tempi di questa industria: frenetici e competitivi”, prosegue Alessandro Benetton. E il legame con la città prosegue ancora oggi dato che “Londra è anche la sede di 2100 Ventures, il nuovo venture capital che abbiamo lanciato per supportare giovani founder italiani ed europei”.