Dicembre è un mese di rivelazione, trepidamente atteso da molti. Oltre a panettoni, regali e cene in famiglia, gli italiani aspettano il suo arrivo anche per motivi un po’ meno romantici e ben più concreti. Giampiero Catone ce lo ricorda in un recente editoriale pubblicato su “La Discussione”.
Da un lato ci sono i lavoratori dipendenti che attendono la tredicesima, dall’altro i piccoli commercianti che aspettano di vedere i propri negozi riempirsi di clienti. A destare ansia alle Associazioni del commercio sono soprattutto i negozi di “piccole superfici”, ovvero imprese per lo più a gestione famigliare, che però messe insieme costituiscono “la spina dorsale dell’economia e del lavoro nazionale”. Non è la prima volta che il Direttore del quotidiano sottolinea come il lavoro, l’occupazione e il gettito fiscale arrivino specialmente dalle piccole attività, o comunque da imprese piccole e famigliari, ma anche “da quel grande bacino del lavoro autonomo, delle professioni e dell’artigianato”. “Nessuno di questi settori ha garanzie di stipendio fisso”, rammenta Giampiero Catone.
Al contrario, ogni giorno si trovano a fronteggiare infinite difficoltà, con settori come l’editoria dove “essere ‘piccoli’ significa fare molto e ricevere poco o nulla”. Tutto questo mentre i grandi gruppi, anziché avvalersi di pratiche virtuose, si fanno protagonisti di iniziative alquanto dispendiose. Per questo motivo, le Associazioni di categoria che rappresentano le piccole imprese cercano di capire se i giorni di festa ridaranno forza ai loro associati. In tempi come questi, le preoccupazioni si fanno ancora più insistenti, viste le tante attività destinate a chiudersi e molte altre che rischiano di fare la stessa fine. Si tratta di una sconfitta non solo individuale ma anche sociale. La chiusura delle attività si traduce nell’impoverirsi di vie e quartieri, di “città che diventano anonime e insicure”.
L’unica possibilità per fermare un simile declino derivato dalla crisi del commercio, dell’artigianato e delle professioni, secondo il Direttore Giampiero Catone è da ritrovare in un impegno corale e istituzionale: “Bisogna tornare ad una crescita, economica e sociale. Solo questi due aspetti uniti alla solidarietà possono segnare la svolta verso una Italia più sicura di sé, con meno disuguaglianze”.
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