L’emissione di mini bond, il ricorso ai fondi di private equity, l’ingresso in azienda di partner industriali, la quotazione in Borsa: le imprese italiane, per soddisfare le loro esigenze di crescita, sono sempre più spesso chiamate a valutare soluzioni finanziarie alternative al credito bancario. In Veneto sono circa una novantina le aziende che potrebbero aprire il capitale a terzi: se n’è parlato lo scorso 2 dicembre in un forum di Assindustria Venetocentro a cui ha preso parte anche Massimo Malvestio, fondatore di Praude Asset Management e attuale Presidente del Comitato Investimenti.
Nel suo intervento, l’avvocato ha sottolineato come per ogni azienda sia fondamentale riuscire a individuare quella più funzionale alle sue specifiche esigenze: necessario quindi è ponderare ogni singola alternativa con attenzione e consapevolezza. In particolare, per quanto riguarda la quotazione in Borsa, si tratta di un “processo lungo, costoso, che impegna molto le società”, come ha spiegato Massimo Malvestio: “Ho visto gente spendere milioni e quotazioni raggiunte con costi vicini al 20% degli importi ottenuti”.
Per il fondatore di Praude Asset Management “se si possono ottenere soldi dalle banche, visti i tassi, è possibilità che va sempre considerata”. Il mercato azionario, ha aggiunto Massimo Malvestio, può quindi considerarsi “opzione giustificata” in assenza di altre modalità di raccolta dei capitali: “Ma è difficile che una buona azienda non trovi banche e operatori di Private Equity disposti a intervenire”.
I lavori del forum sono stati aperti da Marco Stevanato, Vice Presidente di Assindustria Venetocentro con delega al credito: oltre all’avvocato Massimo Malvestio, sono intervenuti anche Federico Riggio, CIO e Founding Partner di Helikon Investments, e Paolo Possamai, Direttore “Nordest Economia”.
Massimo Malvestio interviene al forum di Assindustria Venetocentro
