Il 30 aprile si è ufficialmente concluso il progetto ADMIN4D additive manufactoring & industry 4.0 as innovation driver, promosso dalla rete IMPROVENET, di cui t2i è partner attivo. La mission della rete IMPROVENET consiste nell’aumentare la diffusione delle tecnologie ICT nel tessuto industriale regionale, al fine di rendere le aziende più competitive, produttive e reattive alle necessità del mercato. Il progetto è co-finanziato dalla Regione del Veneto – POR FESR 2014-2020, azione 1.1.1 ‘’sostegno alle attività collaborative di R&S per lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, di nuovi prodotti e servizi’’.
La scelta di puntare sul settore dell’industria manifatturiera si configura come una mossa strategica poiché essa rappresenta l’eccellenza della specializzazione veneta, occupando il 60% dell’intero comparto industriale. Inoltre, si tratta del settore che maggiormente investe in progetti di ricerca e sviluppo per mantenere un buon livello competitivo.
Il progetto ADMIN4D (additive manufactoring & industry 4.0 as innovation driver) ambisce allo sviluppo di nuovi prodotti sostenibili ed ‘’intelligenti’’ realizzati tramite logiche di ‘’Smart Manufacturing’’, combinando tecnologie emergenti quali: tecnologia additiva definita come stampa 3D, ingegneria dei materiali, sensoristica in ambiente Internet of Things e meccanica/meccatronica.
L’obiettivo di progetto è infatti lo sviluppo di un sistema innovativo che consenta la raccolta e l’elaborazione, mediante algoritmi sviluppati ad hoc, di informazioni tecnico-chimiche provenienti da nuovi materiali e leganti nei prodotti e dalle strumentazioni di produzione (stampa 3D) brevettati dai partner di progetto e tutt’oggi oggetto di attività di R&D orientate al loro perfezionamento e diffusione sul territorio.
In particolare, il progetto abbraccia diverse traiettorie di sviluppo: la traiettoria ‘’Creatives Industries’’ e la traiettoria relativa ai ‘’Materiali innovativi e biomateriali’’ la quale è mirata alla ricerca di soluzioni innovative nello sviluppo, nell’utilizzo e nel ri-utilizzo di materiali sempre più performanti nell’ambito della fabbricazione additiva, integrandoli nel prodotto finito con sensori appositamente realizzati per rilevare i migliori parametri di utilizzo ed analizzare le performances. Tali materiali sono di origine naturale, biocompatibili, nanomateriali, multi-composti, materiali ad alta performance, materiali da riciclo, di scarto e a basso costo. Una terza traiettoria di sviluppo considerata riguarda ‘’la progettazione e le tecnologie avanzate di produzione’’, inserendosi all’interno del settore ‘’Smart Manufactoring’’ considerato un punto cardine soprattutto nell’ambito dell’industria 4.0, la quale permette la realizzazione di macchinari di produzione integrata, innovativa e multi-scala, l’aumento della produttività e della qualità produttiva degli impianti.
I partner coinvolti sono molteplici: l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’Università degli Studi di Padova, T2i – trasferimento tecnologico e innovazione, il CNR (consiglio nazionale delle ricerche), Desamanera, MAS elettronica, Dataveneta Computers, ciascuno dei quali offre il proprio know-how per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Uno dei partner di rilievo è Desamanera, azienda italiana che inventa, produce e vende stampanti 3D per le grandi dimensioni, la quale si occupa della realizzazione del prototipo, cuore del progetto, mettendo a disposizione la propria tecnologia ed il proprio know-how in termini di stampa additiva. Questa start-up di Rovigo ha infatti sviluppato e brevettato una tecnologia innovativa per la stampa 3D ecosostenibile in pietra e finiture, creando così nuove opportunità di applicazione per le tecnologie di manifattura additiva nel campo dell’architettura, del restauro e del design. Diversamente dai metodi di lavorazione tradizionali, che includono l’utilizzo di resine sintetiche e sostanze chimiche, la tecnologia di Desamanera è volutamente pensata per rispettare la natura ed aver il minor impatto ambientale possibile. Gli aggregati maggiormente utilizzati come marmi, dolomie, pietre, sabbie provenienti dallo scarto di altre lavorazioni, sono miscelati con leganti naturali (formulazione brevettata), comprendenti esclusivamente materiali inorganici facilmente reperibili, ed impiegati nella stampa di manufatti ‘’intelligenti’. Lo scopo è quello di creare gli oggetti a partire da minerali in polvere, in un’ottica di economia circolare, riducendo al minimo gli scarti di produzione. Le caratteristiche tecniche e le proprietà meccaniche del materiale stampato variano a seconda della combinazione aggregati-legante, tuttavia le stampe sono adatte all’uso esterno, stabili agli agenti atmosferici e funzionali anche se poste in aree subacquee. Sia le stampanti 3D che il prodotto finale vengono muniti di specifici sensori atti a monitorare in prima istanza le caratteristiche chimico-fisiche degli aggregati e successivamente l’ambiente in cui tali opere vengono inserite. L’innovatività del progetto consiste nel modificare completamente il metodo di produzione dei manufatti associando le attuali ed avanzate metodologie di produzione e di data mining per raccogliere informazioni da elaborare direttamente da: macchinari, prodotti in lavorazione e in campo, l’ambiente. La stampa additiva di manufatti dalle dimensioni considerevoli è un’applicazione molto recente e ad alto contenuto tecnologico, che viene sviluppata ed arricchita per garantire sistemi di produzione ecosostenibili ed il rispetto dell’ambiente mediante processi di trasformazione puliti ed efficienti.