Editoria

L’omaggio di Federico Motta Editore a Hatsheput, regina d’Egitto

Hatsheput è stata una delle prime politiche importanti della storia: è ricordata infatti come una delle poche donne egizie che hanno detenuto il titolo di faraone. Nel saggio sull’Antichità L’Egitto del Nuovo Regno di Federico Motta Editore, il docente di egittologia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, Emanuele Ciampini, ci racconta della grandezza della donna faraone, i cui successori hanno provato a cancellarne il ricordo.
Nell’Antico Egitto la figura del faraone non ricopriva solo un’importante carica politica, in quanto capo massimo di tutto il popolo egizio. Al sovrano veniva conferito anche un potere divino: era considerato l’incarnazione del dio Horus, colui che faceva da intermediario tra gli uomini e le altre divinità. Con la proclamazione di Hatsheput a faraone, la sovrana contribuì quindi alla formazione di un nuovo mito, nel quale veniva giustificata la natura divina anche della regina oltre a quella del re.
Nel saggio di Federico Motta Editore si ripercorre così la storia della regina d’Egitto, colei che viene definita dall’archeologo e storico statunitense James Henry Breasted come “la prima grande donna della storia di cui noi abbiamo notizia”. Sebbene non sia possibile sapere con certezza la sua data di nascita, si presuppone che Hatsheput sia venuta alla luce tra il 1525 e il 1504 a.C., figlia di Thutmosi I, faraone della XVIII dinastia. Dopo essere rimasta vedova del fratellastro Thutmosi II, assunse di fatto la reggenza del trono, in quanto il legittimo erede del re aveva all’incirca tre anni. Hatsheput iniziò quindi la sua ascesa al potere, basata su un’opera di propaganda volta a dimostrare che era stata nominata diretta discendente dal padre, Thutmose I, e che quindi avesse il diritto di salire sul trono. Infine riuscì a farsi ufficialmente incoronare e nominare faraone.
Nonostante il tentativo dei suoi successori di cancellarne la memoria, il nome della regina d’Egitto è stato reso immortale anche dalle numerose opere edilizie volute proprio dalla sovrana. Hatsheput è infatti ricordata come uno dei costruttori più prolifici della storia egizia, con una serie di edificazioni maestose sparse tra l’Alto e il Basso Egitto, da lei commissionate. Nell’Antichità di Federico Motta Editore si parla ad esempio del tempio di Deir el-Bahari, situato sulla sponda occidentale del Nilo, di fronte alla città di Luxor (Egitto). Si tratta probabilmente del suo più grande capolavoro. Il complesso fu realizzato per ospitare la tomba della regina e di suo padre. Successivamente però, la bellezza del luogo portò i faraoni che le succedettero a seguire le sue orme e a sceglierlo anche per la propria sepoltura.

Per maggiori informazioni:
https://www.mottaeditore.it/2021/04/una-regina-nella-storia-degitto/

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