Il 5G di Huawei è sempre più lontano dall’Europa. A poco alla volta, sembra che i paesi europei stiano voltando le spalle alla società cinese, seguendo le raccomandazioni d’oltreoceano sul fare affari con Pechino. L’ex presidente degli USA, Donald Trump, portava infatti avanti la guerra contro l’utilizzo di tecnologie cinesi da tempo. Già nel maggio 2019 aveva vietato, tramite un ordine esecutivo, la possibilità per le aziende americane di utilizzare apparecchiature di telecomunicazione prodotte da Huawei e Zte perché l’uso di prodotti informatici cinesi costituirebbe “una minaccia straordinaria alla sicurezza nazionale, alla politica estera e all’economia degli Stati Uniti”.
Trump ci aveva tenuto più volte a ricordare agli alleati europei di stare attenti in materia di affari con la Repubblica Popolare guidata da Xi Jinping. E a quanto pare, uno dopo l’altro, i paesi europei stanno formando un fronte comune contro l’azienda cinese.
A increspare i possibili accordi è stato complice anche l’evento che ha visto protagonista il responsabile vendite Huawei polacco, arrestato a gennaio 2019 con l’accusa di spionaggio. Il presidente della Polonia ha dopo poco dichiarato di essere contrario alla presenza di operatori cinesi nelle infrastrutture. Quest’estate Boris Johnson ha annunciato che Huawei sarebbe stata bandita dalla rete 5G nel Regno Unito. Poi è stata la volta del Belgio dove, i due principali operatori (Proximus e Orange), hanno fatto sapere di essersi rivolti a Nokia per le infrastrutture del 5G, comunicando inoltre che i prodotti Huawei attualmente in uso sarebbero stati progressivamente sostituiti da altri forniti da Nokia e Ericsson. Proprio a qualche giorno fa risale invece la prima conferma ufficiale del ministro della difesa tedesco, Kramp-Karrenbauer, il quale in un’intervista al Sidney Morning Herald ha detto: “La Germania è, in linea di principio, aperta agli investimenti da tutte le parti. Ma se la tecnologia che ci viene offerta non è impeccabile, non può essere utilizzata”.
Adesso è la Svezia a mettere al bando le tecnologie di Huawei e Zte. L’Autorità per le poste e le telecomunicazioni (Pts) di Stoccolma ha infatti stabilito che le loro apparecchiature per le reti 5G saranno vietate. Il divieto è arrivato in seguito alla valutazione da parte delle autorità militari e di intelligence che hanno descritto la Cina come “una delle maggiori minacce per la Svezia”.
L’Autorità ha di fatto imposto alle aziende di telecomunicazioni che stanno richiedendo l’accesso alle nuove reti, che l’insieme delle “nuove installazioni e le nuove implementazioni delle funzioni centrali per l’utilizzo radio” non debba “essere effettuata con prodotti dei fornitori Huawei o Zte”.
La Pts ha anche stabilito che se le infrastrutture già esistenti saranno utilizzate per fornire servizi di rete 5G, i prodotti Huawei e Zte già installati dovranno essere eliminati e sostituiti entro il 1° gennaio 2025.
Subito dopo la risposta della Cina che ha minacciato conseguenze verso le società svedesi. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha dichiarato: “La Svezia dovrebbe adottare un atteggiamento obiettivo e imparziale, correggere la sua decisione sbagliata, al fine di evitare impatti negativi sulla cooperazione economica e commerciale Cina-Svezia e sulle operazioni delle società svedesi in Cina”. Huawei infatti sembra aver presentato ricorso contro le esclusioni dal bando di appalto.