Ancora incerto il futuro del trasporto aereo: uno dei settori più colpiti dalla pandemia

Come ben sappiamo, la diffusione della pandemia ha causato danni a molti settori in tutto il mondo e uno dei più colpiti è proprio il settore del trasporto aereo. 

L’Eurostat ha stimato un calo del 96% dei passeggeri in tutta Europa rispetto al 2019, in Italia del 98% (-42,6 milioni): il calo maggiore si è registrato a Milano Linate (-93%), Bergamo e Venezia (entrambe -90%), Milano Malpensa (-88%) e Bologna (-86%). 

Le conseguenze della crisi economica (la maggiore disponibilità di capitale delle persone significa maggiori possibilità di volare e viceversa) e la paura di un possibile contagio sui velivoli a pieno regime (a causa dello stretto contatto tra estranei e non) hanno ridotto notevolmente gli spostamenti via aereo e di conseguenza l’acquisto dei biglietti.  

Paolo Simioni, amministratore delegato di Enav (Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo), ha affermato che “il settore del trasporto aereo è uno dei più colpiti dagli effetti della pandemia causata dal Covid-19. Oggi purtroppo non è semplice fare previsioni ma è certo che Enav, per il suo ruolo istituzionale e strategico, rappresenta un fattore chiave per la ripresa del comparto”. “Anche in questo difficile periodo continuiamo ad essere concentrati sul futuro del trasporto aereo, effettuando investimenti in sicurezza ed innovazione al fine di mantenere all’avanguardia la nostra capacità tecnologica ed operativa. Per quanto riguarda gli aspetti economico finanziari, la società ha una struttura patrimoniale solida e beneficia di un sistema regolatorio che mitiga gli impatti derivanti dal rischio traffico, anche in presenza della deroga temporanea al meccanismo del balance proposta dalla Commissione Europea per gli anni 2020 e il 2021. Inoltre, grazie alle iniziative di contenimento dei costi e al buon andamento del mercato non regolamentato, siamo riusciti a salvaguardare i nostri margini”, ha poi aggiunto. 

A Teruel, Spagna orientale, si trova il deposito di aerei più grande d’Europa ed è proprio qui che le compagnie aeree lasciano i velivoli di cui non hanno più bisogno. Prima della pandemia la rimessa ospitava 78 aeromobili, a giugno aveva già raggiunto la quota di 114 unità (il limite massimo è di circa 130 posti). È proprio qui che all’inizio di aprile sono arrivati i primi aerei da AirFrance, Lufthansa, Etihad e BritishAirways.  

Patrick Lecer, CEO della Tarmac Aerosave (azienda che controlla il deposito spagnolo di Teruel), commenta dicendo che quando il Coronavirus ha iniziato a diffondersi “abbiamo cominciato a fare spazio nei nostri depositi, cercando di incastrare gli aerei per liberare fino a tre o quattro posti in ogni struttura”. Conclude aggiungendo: “lavoro in questo campo da quasi quarant’anni e non ho mai visto niente di simile. La situazione è grave, tragica”. 

La compagnia aerea Klm ha annunciato che taglierà circa 5.000 posti di lavoro, British Airways 12.000, Ryanair 3.250 e American Airlines 40.000. 

IATA (International Air Transport Association), che riunisce ben 290 compagnie aeree, ha pubblicato le previsioni finanziarie per il settore del trasporto aereo. La perdita totale sarà di 84,3 miliardi di dollari e secondo Alexandre de Juniac, direttore generale e CEO, il 2020 finirà come il peggior anno per la storia dell’aviazione. 

Il futuro del trasporto aereo, soprattutto adesso che la diffusione della pandemia sta riprendendo vigore in tutto il continente, è purtroppo ancora molto incerto.    

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