Aste post-Nobel per l’Economia

Il mercato delle aste negli anni ‘90 e 2000 ha avuto un ruolo cruciale nell’apertura dei mercati di telecomunicazioni, consentendo il superamento dell’era monopolista e la diffusione competitiva di servizi di altissimo valore. Proprio per questo, l’assegnazione del Premio Nobel per l’Economia 2020 a Paul R. Milgrom e Robert B. Wilson è l’occasione di una riflessione sul ruolo dell’economia accademica standard nelle nostre istituzioni e nelle nostre società, e la sua influenza sulle politiche pubbliche. Come mai è stato assegnato un premio di tale importanza proprio a loro? I due distinti scienziati, secondo l’Accademia reale svedese delle scienze, “ sono stati riconosciuti per scoperte teoriche che hanno migliorato il funzionamento delle aste e hanno anche progettato formati di aste per beni e servizi difficili da vendere in modo tradizionale, come le frequenze radio ”. Per applicare questa strategia al meglio, cosa è opportuno fare? Lo Stato non deve ragionare da egoista, da capitalista, bensì occuparsi di porre in primo piano gli obiettivi di sviluppo sociologico, sociale e economico. È necessario che i mezzi non soppiantino gli obiettivi. Inoltre, un’asta di frequenza “di successo” non deve essere annunciata come quella che ottiene commissioni elevate, lasciando ritorni sociali positivi ai margini. Va sempre ricordato, comunque, che non esiste una formula magica o alchemica che trasforma il piombo in oro e renda la massimizzazione del gettito fiscale lo strumento del bene comune per la società.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

tre − uno =