Federico Motta Editore: la tradizione culinaria italiana e le sue antiche origini

Durante il lockdown, molti italiani hanno riscoperto la passione per la genuinità della nostra tavola, sperimentando in cucina con ricette della tradizione. L’attenzione di noi italiani per la buona tavola ha però origini antichissime: già nel Cinquecento le nostre abitudini a tavola erano un punto di riferimento per le corti europee.
Di questo argomento ha parlato di recente anche Federico Motta Editore, con un articolo pubblicato sul sito ufficiale. Per approfondire la storia della cucina italiana, la Casa Editrice consiglia il saggio di Alberto Capatti, all’interno del volume Il Cinquecento sull’Età Moderna, pubblicato da Federico Motta Editore e a cura di Umberto Eco.
I banchetti di signori, papi e principi erano estremamente ricchi, costituiti da quattro a sette servizi, ciascuno dei quali con almeno dodici portate diverse. Il servizio iniziale e quello finale, denominati “di credenza”, erano a base di piatti freddi quali insalate, salumi, torte, pasticci, frutta, caci. I servizi centrali “di cucina” erano invece composti dai piatti caldi come maccheroni, carni, pesci e frittate. I commensali venivano intrattenuti tra un servizio e l’altro da danze, musiche e improvvisazioni comiche. Anche la tavola dei più poveri era piuttosto varia, costituita soprattutto da prodotti locali: il consumatore era anche il produttore stesso delle pietanze, che spaziavano dalle carni degli animali allevati in casa ai prodotti dei campi. Il letterato Ortensio Lando e il filosofo francese Michel de Montaigne ci hanno fornito preziose testimonianze sulle usanze culinarie italiane nel Cinquecento.

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